Sguardo in su ... Trieste
by Bertus
Storia di Trieste
L'occupazione tedesca

Pochi giorni dopo l'armistizio di Cassibile (i cui contenuti furono diffusi per radio l'8 settembre 1943) Trieste fu occupata dalle truppe tedesche. Pur non essendo formalmente annessa al Terzo Reich, entrò a far parte della Zona d'operazioni del Litorale adriatico, che comprendeva le province di Trieste, Gorizia, Pola, Fiume, Udine e Lubiana con a capo il gauleiter austriaco Friedrich Rainer. Rainer permise in città la ricostituzione di una sede del PFR, diretta dal federale Bruno Sambo, la presenza di un modesto contingente di militari italiani al comando del generale della GNR Giovanni Esposito e l'insediamento di un reparto della Guardia di Finanza. Egli stesso nominò podestà della città Cesare Pagnini, mentre come prefetto della provincia di Trieste scelse Bruno Coceani. Entrambi i personaggi erano graditi alle autorità della RSI e allo stesso Benito Mussolini, che conosceva personalmente Coceani fin dagli anni venti. Attriti e tensioni costanti vi furono invece con i fascisti locali che si videro estromessi dall'amministrazione della città e della provincia. Per non creare una spaccatura con le autorità italiane, i tedeschi autorizzarono la locale federazione del PFR di costituire proprie formazioni paramilitari e una propria polizia segreta da impiegare nella lotta anti-partigiana.

Durante l'occupazione tedesca di Trieste la Risiera di San Sabba, stabilimento per la pilatura del riso edificato nel 1913, venne usato dai tedeschi come campo di prigionia e di smistamento per gli ebrei da deportare in Germania e Polonia e come campo di detenzione di partigiani e detenuti politici. San Sabba fu l'unico campo di sterminio in Italia con forno crematorio, messo in funzione il 4 aprile 1944. Nello stesso tempo si intensificò a Trieste e sul Carso triestino l'attività del movimento partigiano jugoslavo che operava in modo da destabilizzare il regime di occupazione. La reazione dei tedeschi e dei collaborazionisti italiani non si fece attendere: rastrellamenti, perquisizioni e anche decimazioni funestarono la città giuliana e i centri limitrofi.
Nell'aprile del 1944 a Trieste, a seguito di un attentato che aveva provocato la morte di 7 militari tedeschi in un locale di Opicina, furono fucilati settantadue cittadini di etnia sia italiana che slava; pochi giorni più tardi, il 23 aprile 1944, a causa di un altro attentato, ne vennero impiccati altri cinquantadue nella mensa del Palazzo Rittmayer in via Ghega a Trieste.

Al clima di incertezza e repressione si aggiunsero i bombardamenti statunitensi e britannici che ripetutamente, fra l'aprile 1944 e il febbraio 1945, presero di mira Trieste. Danni e devastazioni si produssero non solo nelle strutture portuali, nella raffineria di petrolio e nei cantieri navali ma anche in città. Numerosi edifici residenziali furono rasi al suolo e molti altri riportarono danni di varia entità. Pesante il numero delle vittime su cui si possono fare solo delle stime approssimative (con ogni probabilità circa un migliaio per l'intero comune). Terrificante fu l'incursione aerea del 10 giugno 1944 che da sola provocò quasi quattrocento morti.
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